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giovedì 10 gennaio 2019


Bisogna morire, eppure mai si muore.


Dio è in tutte le cose, e tutte le cose sono in Dio.

giovedì 14 luglio 2016

Veni Sancte Spiritus



Veni, Sancte Spíritus,
et emítte cǽlitus
lucis tuæ rádium.

lunedì 4 luglio 2016

La centrifuga (Yellow. Something in the way)



Dove il tempo si piega
v'è nessuno spazio,
nessun qualcosa,
ma un qualsiasi
d'ogni cosa,
d'ogni nulla,
che lo spazio si consuma
e mietesi ogni tempo,
e allora tutto appare,
tutto rimane un uno
di niente.

Nell'ampliarsi della centrifuga di collettiva isteria s'approssima un fastidio, un ronzio incessante che disserta di alcune rimanenze. Le prime sono senz'altro le spoglie, le rimanenze di quanto non s'investe d'un copione nell'ardito circo dell'immediatezza.

«Portatemelo qui, vi prego.» Disse uno qualsiasi. «Dove?» Rispose un altro. «Qui, vi dico.» Insistette l'uno. «Ma qui dove? Vi prego d'informarmene, ch'io possa agire in maniera alcuna.» Continuò ancora l'altro. «Perché, fa differenza?» Conchiuse l'uno che all'altro ribattè.

Le seconde sono invece le cere che adornano il cadavere prima della deposizione, ch'esso deve pur dirsi qualcosa prima della dipartita, e nella pietra il nome d'uno qualsiasi bisogna scolpirlo.

«Pronto, chi siete?» Domandò uno. «Io.» Rispose un altro. «Io chi?» Insistette l'uno. «Io, vi dico.» Continuò ancora l'altro. «Chi pensavate che fosse?» Andò avanti. «Qualcuno.» Sospirò l'uno. «Devo aver sbagliato numero.» Conchiuse, abbassando la cornetta.

In questa centrifuga non v'è distinzione tra ciò che in essa si dimena, che par tutto un grande andare meschiato ciecamente. Tanto che la massaia, china sulla lavatrice, non capisce bene se ha ficcato dentro o no le braghe sudicie del marito. Non sa proprio come fare, che l'apre e fa un gran bagnato in ogni dove.

«No! No! Che avete fatto!?» Esclamò uno. «Volevo indagare il carico, affinché io sapessi d'aver ficcato o no la dentro le braghe del mio caro marito.» Rispose lei. «Ora è tutto bagnato!» Ribatté l'uno. «Oddio! Oddio! Si sono tutte bagnate!» Sbraitò di seguito la massaia, tutta intenta a sbattere qua e la le braghe del marito. «E' tutto bagnato!» Insistette l'uno. «Oddio! Oddio!» Andò avanti lei.

Non v'è nessuna sicura e nulla che possa dir che d'acqua non si bagnino i panni al suo interno. Ogni volta è lo stesso stupore d'accorgersi che sono tutti intrisi d'acqua, e l'indagine, prostituita a quanto inevitabilmente è sotto gli occhi di tutti, lascia il passo a una nevrosi di compiacenza, dove almeno qualcosa si fa. E il problema rimane invisto.

«Dove andate?» Domandò uno. «Da qualche parte.» Rispose un altro. «Quale parte?» Incalzò l'uno. «Una qualsiasi.» Ribatté l'altro. «Allora penso che possiate arrivarvi in breve andando per di la.» Gesticolò l'uno. «Ma perderei senz'altro troppo tempo.» Puntualizzò l'altro. «E allora per di la.» Indicò nuovamente l'uno. «Siete pazzo forse? Andando per di la impiegherei un'infinità di tempo.» Riprese l'altro. «Allora vi conviene stare fermo.» Consigliò l'uno. «Dite bene. Così stavo facendo fino a un attimo fa, prima che poneste domanda alcuna.» Si tranquillizzò l'altro. «Perdonatemi.» Conchiuse l'uno.

Di tanto in tanto alcuni provano a indicizzare e fare chiarezza nelle orazioni saline di quell'incessante rotazione, ma puntualmente questi si ritrovano a tracciare senza fine linee gialle per ogni parte. E il dramma è che tutti le seguono, le percorrono senza discriminazione alcuna, che la destinazione ai loro orifizi è chiarissima, e bisogna andare senza sosta, che altrimenti si rimane indietro. Infatti i santi, che si fermarono a un casello per la preghiera, nessuno li ha più visti.

«Poveretti. Hanno smesso di andare.» Disse uno. «Si, poveretti.» Ripeté l'altro. «Avessero preso un tram avrebbero potuto fare entrambe le cose.» Andò avanti l'uno. «Quali cose?» Chiese l'altro. «Pregare e continuare ad andare.» Puntualizzò l'uno. «Bastava seguissero le linee gialle.» Aggiunse l'altro. «E dove finiscono?» Domandò l'uno. «Cosa?» Chiese di rimando l'altro. «Le linee gialle.» Fece luce l'uno. «Finiranno la, su per giù.» Conchiuse l'altro, avendo pure l'ardire d'indicare.



Uno una volta ha detto che sono rimasti dove si stendono i panni bagnati dallo tzimtzum della lavatrice e che, asciutti, sono tutti gialli, senza ombra di dubbio. Ma nessuno gli ha mai creduto.

domenica 20 marzo 2016

In verità,
in verità vi dico,
che si può morire
prima di venire incontro alla terra,
che può lasciarsi questa vita
anzitempo,
quando il giorno ancora scalpita
tra le brame della carne.
Questo vuol dire spezzare le catene,
districare la matassa delle passioni,
che all'effimero legano l'anima
imperitura.
Un'anima libera
è un'anima capace della corretta conoscenza,
da nulla più discriminata,
e una corretta conoscenza
porta ad un corretto giudizio,
divina veglia sulle cose,
che tutto scinde nell'unica maniera
della verità,
dalla quale sempre rifugge la menzogna
e il velo caliginoso dell'empio.
Un'anima libera
è un'anima che al Padre s'avvicina,
che tutto può,
che nulla teme,
che il guardo mai arretra
e trascende l'impotenza di questa vita.
Onnipotente è dunque chi così muore,
che mai muore in verità,
ma attende unicamente il giudizio,
fermo canto
del Signore suo.
Che vita mai
vita sia.

Che vita mai vita sia


domenica 17 gennaio 2016

Bisognerebbe allora stare zitti,
non pensare,
che il pensiero,
con le sue parole,
oblia quanto mai possa vedersi.

domenica 10 gennaio 2016